Con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022, la Corte Costituzionale si pronuncia in tema di esenzione IMU per gli immobili.

In particolare, oggetto della sentenza è la questione di illegittimità costituzionale che penalizza coniugi e componenti delle unioni civili.

Attualmente infatti, la norma sull’esenzione IMU per l’abitazione principale in vigore dal  21 dicembre 2021 prevede che, nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale o in comuni diversi, le agevolazioni per l’abitazione principale e le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile, scelto dai componenti del nucleo familiare.

L’esenzione è dunque valida per un solo immobile per nucleo familiare, sia nel caso di immobili siti nello stesso comune, sia ove gli immobili presenti in comuni diversi.

In questo caso, la norma determina una disparità di trattamento tra i componenti delle unioni civili rispetto ad una coppia di fatto il quale, in presenza delle medesime condizioni, si vede invece accordato, per ciascun rispettivo immobile, il suddetto beneficio.

La Corte Costituzionale con la sentenza n. 209 dichiara che “nel nostro ordinamento costituzionale non possono trovare cittadinanza misure fiscali strutturate in modo da penalizzare coloro che, così formalizzando il proprio rapporto, decidono di unirsi in matrimonio o di costituire una unione civile”.

La Corte ristabilisce quindi il diritto all’esenzione per ciascuna abitazione principale delle persone sposate o in unione civile nel caso in cui i componenti abbiano residenza e dimora abituale separata sia se i due immobili si trovano nello stesso Comune o in un Comune differente.