Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge del 2 marzo 2024 n. 19, noto come “Decreto PNRR 4”, sono state introdotte importanti novità, tra più rilevanti, si evidenziano:

  • l’introduzione della patente a punti per le imprese che operano nei cantieri;
  • la verifica della congruità dell’incidenza della manodopera sull’opera complessiva;
  • il piano transizione 5.0: incentivi fiscali sotto forma di credito d’imposta alle imprese che decidono di investire in tecnologie innovative per la trasformazione digitale ed energetica.

 

1.PATENTE A PUNTI

Con l’obiettivo di rafforzare l’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, a far data dal 1° ottobre 2024, sarà obbligatorio possedere la patente a punti per operare nei cantieri temporanei e mobili. Questa certificazione avrà un iniziale punteggio di 30 crediti, che verranno decurtati in caso di violazioni o negligenze verso la salute e sicurezza dei lavoratori, a seconda della gravità delle infrazioni.

I requisiti necessari per il rilascio della suddetta patente, sono i seguenti:

  • iscrizione presso la Camera di Commercio, Industria e Artigianato;
  • adempimento degli obblighi formativi sulla sicurezza;
  • possesso del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) in corso di validità;
  • possesso del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
  • possesso del Documento Unico di Regolarità Fiscale (DURF);

Per lavorare nei cantieri servono almeno 15 crediti, in caso di punteggio inferiore, è consentito il completamento delle attività oggetto di appalto o subappalto in corso di esecuzione, solamente se i lavori eseguiti sono superiori al 30% del valore del contratto.

Si precisa che non sono soggette all’obbligo della patente a punti nei cantieri le imprese in possesso dell’attestato di qualificazione SOA.

 

2. CONGRUITA’ DELLA MANODOPERA

Una seconda novità interessa l’ambito degli appalti pubblici e privati per la realizzazione dei lavori edili, nel dettaglio riguarda la congruità della manodopera.

La verifica della congruità si riferisce all’obbligo, per il responsabile del progetto negli appalti pubblici e per il committente negli appalti privati, di verificare, prima del saldo finale dei lavori, la congruità dell’incidenza della manodopera sull’opera complessiva.

Con il DL Coesione, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.105 del 7 maggio, sono già state introdotte modifiche alla recente norma, sulle soglie di valore dei lavori che delimitano il perimetro di applicazione dell’obbligo di verifica della congruità della manodopera.

Nello specifico, viene stabilito che:

  • per gli appalti pubblici, rispetto alla versione precedente del DL 19/2024, viene meno la soglia di 150mila euro di importo lavori oltre la quale, in caso di versamento del saldo finale senza la verifica della congruità della manodopera, o di regolarizzazione da parte dell’impresa, il responsabile del progetto è soggetto a una valutazione negativa delle performance, con conseguenze sia sulle progressioni di carriera sia sul riconoscimento dei trattamenti economici accessori. L’ esito dell’accertamento è poi comunicato all’ ANAC ai fini dell’esercizio dei poteri di controllo attribuitegli. L’obbligo di verifica della congruità della manodopera opera quindi per tutti gli appalti pubblici indistintamente senza limiti economici;
  • per gli appalti privati, la soglia dei 500mila euro per il valore complessivo dei lavori è stata ridotta a 70mila euro e, per il versamento del saldo finale in assenza di esito positivo della verifica o previa regolarizzazione della posizione da parte dell’impresa affidataria dei lavori, è stata prevista una sanzione amministrativa da mille a cinquemila euro a carico del direttore lavori o del committente in sua assenza.

 

3. PIANO TRANSIZIONE 5.0

Nel quadro del PNRR si inserisce anche il piano transizione 5.0: credito di imposta per investimenti in tecnologie innovative, che concede agevolazioni fiscali nella forma del credito d’imposta (fino al 35% degli investimenti) alle imprese che investono in tecnologie innovative per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Possono beneficiare del contributo tutte le imprese residenti e le stabili organizzazioni con sede in Italia, di qualsiasi dimensione, incluse le micro, piccole e medie imprese (PMI).

Gli investimenti agevolabili dalla transizione 5.0 sono quelli effettuati nel biennio 2024-2025 finalizzati a:

  • incrementare l’efficienza energetica, attraverso l’acquisto di beni strumentali nuovi che consentano di migliorare l’efficienza energetica dei processi produttivi;
  • adottare tecnologie innovative, come la robotica avanzata, l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things, la stampa 3D e il cloud computing;
  • promuovere la sostenibilità, attraverso l’adozione di soluzioni innovative per la produzione e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili.

L’incentivo previsto dalla transizione 5.0 è un credito d’imposta, che può essere utilizzato in compensazione con le imposte a debito o in forma di sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore dei beni strumentali. L’aliquota varia a seconda della tipologia di investimento e del grado di risparmio energetico o di innovazione conseguito.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione mediante modello F24, tramite i servizi telematici offerti dall’Agenzia delle entrate.

Gli importi non utilizzati entro il 31 dicembre 2025 possono essere riportati avanti e utilizzati in cinque quote annuali.