In data 8 aprile, il Ministero del Turismo stabilisce nuove regole in merito ai contributi a fondo perduto e il credito d’imposta per le strutture recettive. 

Il cosiddetto “Bonus Alberghi”, introdotto dal Decreto n. 152/2021, consiste in un contributo sotto forma di credito d’imposta fino all’80% delle spese sostenute per gli interventi di riqualificazione delle strutture ricettive.

Le imprese possono beneficiare anche di un contributo a fondo perduto non superiore al 50% dei costi sostenuti per i medesimi interventi effettuati dal 7 novembre 2021 e fino al 31 dicembre 2024, per un importo massimo di 40mila euro che può salire in casi specifici.

A beneficiare del suddetto bonus, sono gli alberghi, gli agriturismi, i campeggi, le imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, compresi gli stabilimenti balneari, di complessi termali, porti turistici, parchi tematici, inclusi i parchi acquatici e faunistici. Gli incentivi sono riconosciuti anche ai proprietari degli immobili in cui si svolgono tali attività. 

Nello specifico, la misura è finalizzata al finanziamento di vari interventi tra cui:

  • incremento dell’efficienza energetica;
  • lavori antisismici;
  • eliminazione delle barriere architettoniche;
  • ristrutturazioni edilizie;
  • piscine termali;
  • digitalizzazione.

Le imprese devono trasmettere la documentazione richiesta, firmata digitalmente dal legale rappresentate, utilizzando esclusivamente la piattaforma online. I termini di presentazione delle richieste di erogazione saranno successivamente pubblicati sui siti del ministero e di Invitalia.

Insieme alle richiese di erogazione del contributo, per usufruire del beneficio il rappresentante legale del diretto interessato deve presentare la documentazione amministrativa e tecnica prevista dall’avviso dell’8 aprile 2022, pena la decadenza dello stesso.

In caso di esaurimento delle risorse disponibili prima del raggiungimento dell’obiettivo del numero minimo di 3.500 imprese beneficiarie, gli incentivi sono comunque concessi alle prime 3.700 imprese. Nel caso in cui gli stanziamenti si esaurissero prima del raggiungimento dell’obiettivo del numero minimo di 3.500, si procederà invece alla rimodulazione degli importi.

Per quanto riguarda il calcolo degli incentivi concedibili, il contributo a fondo perduto non può superare il 50% dei costi e, in ogni caso, i 100 mila euro.

Sull’ammontare residuo viene poi calcolato l’incentivo riconoscibile sotto forma di tax credit pari al limite dell’80% della spesa rimanente.