Il Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati (GDPR), già in vigore dal maggio del 2016
e che sarà presto attuato (il 25 maggio 2018) in tutti i Paesi dell’Unione Europea, prevede,
nel testo dei suoi 99 articoli, numerosi adempimenti di diversa entità che necessitano,
in un’ottica di adeguamento normativo, di una riflessione sistematica e di una programmazione
accurata sul da farsi nelle prossime settimane.
Molti adempimenti non sono nuovi, ma sono “ereditati” dal Codice Privacy in vigore
(D. Lgs. n. 196/03) e, addirittura, erano già previsti nella Direttiva 96/45 che ha originato,
più di vent’anni fa, l’attuale quadro di protezione dei dati.
Le realtà aziendali e gli enti pubblici che nei decenni appena trascorsi avevano fatto un
lavoro serio di adeguamento normativo, non soffriranno troppo nel passaggio a un nuovo regime
che è, comunque, profondamente radicato nel passato, pur mantenendo un volto ben rivolto al
futuro e all’era dei social network, della profilazione automatizzata, del cloud e delle reti.
Lo studio Nicchi nei prossimi giorni pubblicherà un nuovo articolo dettagliato che meglio
evidenziarà l’impatto pratico su aziende e professionisti di questo Regolamento.
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